La città di Velia, il cui nome greco era Elea, (da Hyele, nome che gli abitanti autocnoni avevano dato alla sorgente del luogo), fu fondata dagli abitanti di Focea, una città greca dell’Asia Minore conquistata dai Persiani. Secondo Strabone, un autore di origine greca vissuto al tempo dell’imperatore Tiberio, i focei conquistarono una città dell’Enotria, (il nome con cui i greci indicavano il meridione d’Italia il cui significato è paese dei vigneti), e ne fecero la loro patria. In effetti sull’acropoli sono stati ritrovati i resti di un piccolo villaggio e questo avvalora la testimonianza di Strabone. La felice posizione geografica, situata al centro dei traffici molto intensi tra Grecia ed Etruria, trasformò Elea (Velia) in una tra le polis più ricche della Magna Graecia.
La città di Velia, il cui nome greco era Elea, (da Hyele, nome che gli abitanti autocnoni avevano dato alla sorgente del luogo), fu fondata dagli abitanti di Focea, una città greca dell’Asia Minore conquistata dai Persiani. Secondo Strabone, un autore di origine greca vissuto al tempo dell’imperatore Tiberio, i focei conquistarono una città dell’Enotria, (il nome con cui i greci indicavano il meridione d’Italia il cui significato è paese dei vigneti), e ne fecero la loro patria. In effetti sull’acropoli sono stati ritrovati i resti di un piccolo villaggio e questo avvalora la testimonianza di Strabone. La felice posizione geografica, situata al centro dei traffici molto intensi tra Grecia ed Etruria, trasformò Elea (Velia) in una tra le polis più ricche della Magna Graecia. (testo preso dal sito www.velia.it)
La Porta Rosa o viadotto per entrare a Velia
Più che una porta, Porta Rosa era un viadotto che collegava le due sommità naturali dell'acropoli di Elea: è assente, ad esempio, ogni traccia di cardini. La sua vera natura di viadotto fu scoperta solo a scavi ultimati, quando il nome era già stato attribuito. L'arco, in undici conci di pietra arenaria, oltre a quella di viadotto, svolgeva la funzione di contenimento delle pareti della gola che collegava. Attorno al III secolo a.C. l'arco fu ostruito e l'intera struttura interrata, per opera presumibilmente di una frana o perché l'apertura costituiva un punto debole nella difesa della città. L'interramento ne ha probabilmente permesso la perfetta conservazione. Porta Rosa fu riportata alla luce l'8 marzo 1964 dall'archeologo Mario Napoli[3], il quale la battezzò "Rosa" in omaggio al nome della propria moglie[4], sorella dell'archeologo Alfonso De Franciscis. (da Wikipedia. https://it.wikipedia.org/wiki/Porta_Rosa)
La porta Rosa
il viadotto dopol'ingresso
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Entrando nel Parco incontrate il direttore, la dott.ssa Tiziana D'Angelo, poi uno shop con tanti libri utili per conoscere la storia di Elea-Velia.
Poi entrando nel Parco troverete dei pannelli che vi illustrano la storia.
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La fornace di Velia
Un'altra vasta area archeologica tutta da scoprire è quella che si sviluppa intorno ad un luogo dove è stata trovata una fornace. L'Archeologo Alexander sta coordinando gli scavi graziie ad un accordo fatto tra la sua Università e il Comune di Ascea.
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