Il Patrimonio Idrico
Il sistema irriguo del Cilento Centrale
Il sistema irriguo Vallo della Lucania nell’entroterra cilentano, è alimentato dagli invasi nazionali di Carmine e Nocellito, e dalle traverse Mennonia, Mancinelle e Torna.
L’impianto integra lo sfruttamento della risorsa idrica anche ad uso idroelettrico e potabile.
Lo schema irriguo di Vallo della Lucania si colloca nell’entroterra del territorio cilentano, lungo l’alto bacino del torrente Badolato, tributario in sponda destra del fiume Palistro/Alento.
Le aree servite dalla rete irrigua ricadono nei comuni di Cannalonga, Vallo della Lucania, Novi-Velia e Moio della Civitella, in provincia di Salerno.
Geologia
Unità argilloso-calcaree talora ofiolitifere (torbiditi)Unita' arenaceo-marnose (torbiditi) Detriti, depositi alluvionali e fluviolacustri, spiagge attuali
Schema di derivazione
L’impianto provvede alla fornitura irrigua di 20 comizi nel territorio di Vallo della Lucania, produce energia idroelettrica presso le centrali di Nocellito, Angellara e Pattano, e grazie agli acquedotti Elce e Cilento Nord consente nei periodi di maggiore domanda l’approvvigionamento idropotabile dei comuni di Vallo, Castelnuovo, Ascea, Casalvelino e Pollica.
L’impianto è caratterizzato da un’elevata flessibilità di utilizzo, ed è costituito da diversi adduttori disposti lungo una dorsale principale (“adduttore Torna-Carmine”) e le sue ramificazioni laterali (“Mennonia” e “Vasca V1”).
L’impianto consente la gestione stagionale della risorsa idrica secondo differenti schemi di funzionamento, variabili in modo reversibile a seconda delle condizioni di esercizio e la disponibilità idrica. l’adduttore “Torna-Carmine” è sede di un flusso idraulico bidirezionale che consente di veicolare le portate ora verso l’utilizzo ora verso il l’accumulo nel serbatoio del Carmine.
Il comprensorio irriguo di Vallo della Lucania si configura come un sistema articolato di impianti ed infrastrutture, di cui si elencano i seguenti elementi notevoli:
1. Serbatoio del Carmine
La diga, posizionata a cavallo dei territori comunali di Cannalonga e Moio della Civitella, è costituita da un manufatto in terra con paramento di monte protetto da rivestimento in pietrame.
Le acque vengono captate mediante torre di presa adiacente allo scarico di superficiale dell’invaso, e derivate al di sotto della platea della galleria di scarico
2. Serbatoio del Nocellito
La diga, ubicata nel territorio comunale di Cannalonga, è costruita in conglomerato cementizio ed è tracimabile.
Traverse tracimabili dei Torrenti Mennonia, Mancinelle e Torna ubicate rispettivamente nei territori comunali di Cannalonga, Vallo e Novi Velia, sono costituite da manufatti di sbarramento in conglomerato cementizio con prese a griglia sull’incile.
3. Impianto idroelettrico di Nocellito
Le acque del Nocellito sono addotte al serbatoio del Carmine attraverso un condotta in acciaio diametro nominale 600 mm., lunga circa ml. 1.500.
4. Centrale idroelettrica Pattano
Con un gruppo di produzione Pelton ad asse orizzontale, sfrutta i deflussi invernali del Sistema idrico Carmine-Torna per una portata di 600 l/s ed salto motore di 343/311 m.
5. Condotte di adduzione
Costituite in acciaio, con una lunghezza totale di 8250 m, e con diametro nominale variabile da 350 mm a 600 mm, consentono il funzionamento bidirezionale dell’impianto, con flusso dell’acqua verso il serbatoio Carmine nel periodo invernale ed in direzione opposta nel periodo irriguo.
6. Rete di distribuzione irrigua
Il sistema si integra con una rete di distribuzione impostato sull’irrigazione alla domanda, con consegna dell’acqua agli idranti in pressione (minima 3 atm) per l’irrigazione ad aspersione.
7. Potabilizzatore di Angellara
Il sistema è integrato da un impianto di potabilizzazione per la valorizzazione della risorsa idrica ad uso idropotabile. A tal proposito il sistema prevede: presa in carico dall’adduttore del Carmine; vasca di sedimentazione terminale; impianto di potabilizzazione con una capacità di trattamento di una portata massima di 200 l/s. impianto di sollevamento, per l’adduzione delle acque potabilizzate al torrino di carico della condotta acquedottistica dell’Elce.
L’impianto integra lo sfruttamento della risorsa idrica anche ad uso idroelettrico e potabile.
Lo schema irriguo di Vallo della Lucania si colloca nell’entroterra del territorio cilentano, lungo l’alto bacino del torrente Badolato, tributario in sponda destra del fiume Palistro/Alento.
Le aree servite dalla rete irrigua ricadono nei comuni di Cannalonga, Vallo della Lucania, Novi-Velia e Moio della Civitella, in provincia di Salerno.
Geologia
Unità argilloso-calcaree talora ofiolitifere (torbiditi)Unita' arenaceo-marnose (torbiditi) Detriti, depositi alluvionali e fluviolacustri, spiagge attuali
Schema di derivazione
L’impianto provvede alla fornitura irrigua di 20 comizi nel territorio di Vallo della Lucania, produce energia idroelettrica presso le centrali di Nocellito, Angellara e Pattano, e grazie agli acquedotti Elce e Cilento Nord consente nei periodi di maggiore domanda l’approvvigionamento idropotabile dei comuni di Vallo, Castelnuovo, Ascea, Casalvelino e Pollica.
L’impianto è caratterizzato da un’elevata flessibilità di utilizzo, ed è costituito da diversi adduttori disposti lungo una dorsale principale (“adduttore Torna-Carmine”) e le sue ramificazioni laterali (“Mennonia” e “Vasca V1”).
L’impianto consente la gestione stagionale della risorsa idrica secondo differenti schemi di funzionamento, variabili in modo reversibile a seconda delle condizioni di esercizio e la disponibilità idrica. l’adduttore “Torna-Carmine” è sede di un flusso idraulico bidirezionale che consente di veicolare le portate ora verso l’utilizzo ora verso il l’accumulo nel serbatoio del Carmine.
Il comprensorio irriguo di Vallo della Lucania si configura come un sistema articolato di impianti ed infrastrutture, di cui si elencano i seguenti elementi notevoli:
1. Serbatoio del Carmine
La diga, posizionata a cavallo dei territori comunali di Cannalonga e Moio della Civitella, è costituita da un manufatto in terra con paramento di monte protetto da rivestimento in pietrame.
Le acque vengono captate mediante torre di presa adiacente allo scarico di superficiale dell’invaso, e derivate al di sotto della platea della galleria di scarico
2. Serbatoio del Nocellito
La diga, ubicata nel territorio comunale di Cannalonga, è costruita in conglomerato cementizio ed è tracimabile.
Traverse tracimabili dei Torrenti Mennonia, Mancinelle e Torna ubicate rispettivamente nei territori comunali di Cannalonga, Vallo e Novi Velia, sono costituite da manufatti di sbarramento in conglomerato cementizio con prese a griglia sull’incile.
3. Impianto idroelettrico di Nocellito
Le acque del Nocellito sono addotte al serbatoio del Carmine attraverso un condotta in acciaio diametro nominale 600 mm., lunga circa ml. 1.500.
4. Centrale idroelettrica Pattano
Con un gruppo di produzione Pelton ad asse orizzontale, sfrutta i deflussi invernali del Sistema idrico Carmine-Torna per una portata di 600 l/s ed salto motore di 343/311 m.
5. Condotte di adduzione
Costituite in acciaio, con una lunghezza totale di 8250 m, e con diametro nominale variabile da 350 mm a 600 mm, consentono il funzionamento bidirezionale dell’impianto, con flusso dell’acqua verso il serbatoio Carmine nel periodo invernale ed in direzione opposta nel periodo irriguo.
6. Rete di distribuzione irrigua
Il sistema si integra con una rete di distribuzione impostato sull’irrigazione alla domanda, con consegna dell’acqua agli idranti in pressione (minima 3 atm) per l’irrigazione ad aspersione.
7. Potabilizzatore di Angellara
Il sistema è integrato da un impianto di potabilizzazione per la valorizzazione della risorsa idrica ad uso idropotabile. A tal proposito il sistema prevede: presa in carico dall’adduttore del Carmine; vasca di sedimentazione terminale; impianto di potabilizzazione con una capacità di trattamento di una portata massima di 200 l/s. impianto di sollevamento, per l’adduzione delle acque potabilizzate al torrino di carico della condotta acquedottistica dell’Elce.
Il Fiume Alento
Nasce a circa 900 m di quota dal Monte Le Corne (894 m su L.m) nella località Gorga del comune di Stio e ancora per gran parte incontaminata ricevendo il contributo di molti piccoli torrenti che ne incrementano progressivamente la portata.
Nel territorio comunale di Prignano Cilento il suo corso è sbarrato dalla diga dell'Alento, realizzata a cavallo degli anni ottanta e novanta, che dà vita a un lago artificiale di circa 1,50 km² di estensione, importante fonte di approvvigionamento idrico per l’Agricoltura del territorio. Il bacino idrico artificiale, inoltre, è divenuta un'importante area umida luogo di nidificazione di uccelli e stazione di posa per specie migratorie.
Poco prima di sfociare nel mar Tirreno, l'Alento scorre nei pressi di Ascea ricevendo da sinistra il fiume Palistro.
Nel territorio comunale di Prignano Cilento il suo corso è sbarrato dalla diga dell'Alento, realizzata a cavallo degli anni ottanta e novanta, che dà vita a un lago artificiale di circa 1,50 km² di estensione, importante fonte di approvvigionamento idrico per l’Agricoltura del territorio. Il bacino idrico artificiale, inoltre, è divenuta un'importante area umida luogo di nidificazione di uccelli e stazione di posa per specie migratorie.
Poco prima di sfociare nel mar Tirreno, l'Alento scorre nei pressi di Ascea ricevendo da sinistra il fiume Palistro.
La diga è ubicata in Campania, nel territorio comunale di Cannalonga, sul piccolo torrente da cui prende il nome. Essa permette di accumulare nel corso dell’anno le portate del torrente, per fornirle alla rete di Vallo della Lucania, che le utilizza per scopi irrigui e potabili, ed anche per la produzione di energia.
Si tratta di una diga in calcestruzzo massiccio che, sebbene rientri nel novero delle “grandi dighe”, ha dimensioni relativamente contenute. È realizzata in 7 conci verticali, separati da giunti a tenuta. Alla base della diga è realizzato un cunicolo di ispezione. Nella roccia di fondazione è stato realizzato uno schermo di tenuta tramite iniezioni di cemento.
La diga è tracimabile attraverso tre soglie, ciascuna di larghezza 7 m.
Lo scarico di fondo è costituito da una tubazione metallica del diametro di 80 cm, che attraversa il corpo diga alla base.
Si tratta di una diga in calcestruzzo massiccio che, sebbene rientri nel novero delle “grandi dighe”, ha dimensioni relativamente contenute. È realizzata in 7 conci verticali, separati da giunti a tenuta. Alla base della diga è realizzato un cunicolo di ispezione. Nella roccia di fondazione è stato realizzato uno schermo di tenuta tramite iniezioni di cemento.
La diga è tracimabile attraverso tre soglie, ciascuna di larghezza 7 m.
Lo scarico di fondo è costituito da una tubazione metallica del diametro di 80 cm, che attraversa il corpo diga alla base.
Diga di Carmine (Salerno)Il lago che, insieme a quello della diga sull’Alento (Piano della Rocca) fornisce il servizio irriguo e potabile al Cilento. Ha anche un utilizzo idroelettrico.
La diga è ubicata in Campania, nel territorio comunale di Cannalonga (SA), sul torrente da cui prende il nome. La diga consente l'accumulo delle portate del torrente e di altri affluenti del fiume Alento allacciati al serbatoio nel corso dell'anno per fornirle alla rete di Vallo della Lucania, che le utilizza per scopi irrigui e potabili, oltre che per la produzione di energia elettrica.
La diga è costituita da un terrapieno ed è caratterizzata da un nucleo interno di tenuta inclinato, ovvero non simmetrico rispetto ai due lati ma spostato verso monte. Il nucleo di una diga in terra è una fascia di materiale molto poco permeabile rispetto a quello dei rinfianchi. In questa diga il nucleo, che nella parte alta è posizionato sotto il coronamento, man mano che si procede verso il basso dell’opera si allarga spostandosi verso monte finché, quando raggiunge il terreno di fondazione, viene a trovarsi al di sotto del rinfianco di monte della diga.
A ridosso del nucleo, sia verso monte sia verso valle, i rinfianchi sono realizzati con fasce di materiali via via più permeabili. Il paramento di valle è realizzato con blocchi rocciosi, mentre sul paramento di monte è posata una vera e propria scogliera di massi.
Alla base del nucleo, nel terreno di fondazione, sono state eseguite iniezioni cementizie per realizzare una barriera impermeabile ed ostacolare il deflusso idrico al di sotto della diga.
In questa diga, il cunicolo di ispezione è stato realizzato subito a valle del nucleo. Nel cunicolo si raccolgono le eventuali infiltrazioni idriche che superano il nucleo e vengono intercettate dallo strato di terreno drenante posto a ridosso del nucleo stesso. È interessante osservare che, per effetto dell’inclinazione del nucleo, il cunicolo viene a trovarsi all’incirca in corrispondenza del coronamento.
Lo scarico di superficie è un calice del diametro massimo di 13 m; alla base c’è una galleria del diametro di 2,8 m che supera la diga sul lato destro. Lo scarico di fondo si immette nella stessa galleria dello scarico di superficie; prima dell’immissione vi sono due paratoie parallele normalmente chiuse.
Le acque vengono captate mediante torre di presa adiacente allo scarico di superficiale dell’invaso, e derivate al di sotto della platea della galleria di scarico.
Il progetto della diga è stato presentato nel 1971 e i lavori di costruzione sono stati effettuati dal 1974 al 1982. Dopo l’inizio degli invasi sperimentali nel 1982, la diga è entrata in esercizio normale dal 1991.
La diga è ubicata in Campania, nel territorio comunale di Cannalonga (SA), sul torrente da cui prende il nome. La diga consente l'accumulo delle portate del torrente e di altri affluenti del fiume Alento allacciati al serbatoio nel corso dell'anno per fornirle alla rete di Vallo della Lucania, che le utilizza per scopi irrigui e potabili, oltre che per la produzione di energia elettrica.
La diga è costituita da un terrapieno ed è caratterizzata da un nucleo interno di tenuta inclinato, ovvero non simmetrico rispetto ai due lati ma spostato verso monte. Il nucleo di una diga in terra è una fascia di materiale molto poco permeabile rispetto a quello dei rinfianchi. In questa diga il nucleo, che nella parte alta è posizionato sotto il coronamento, man mano che si procede verso il basso dell’opera si allarga spostandosi verso monte finché, quando raggiunge il terreno di fondazione, viene a trovarsi al di sotto del rinfianco di monte della diga.
A ridosso del nucleo, sia verso monte sia verso valle, i rinfianchi sono realizzati con fasce di materiali via via più permeabili. Il paramento di valle è realizzato con blocchi rocciosi, mentre sul paramento di monte è posata una vera e propria scogliera di massi.
Alla base del nucleo, nel terreno di fondazione, sono state eseguite iniezioni cementizie per realizzare una barriera impermeabile ed ostacolare il deflusso idrico al di sotto della diga.
In questa diga, il cunicolo di ispezione è stato realizzato subito a valle del nucleo. Nel cunicolo si raccolgono le eventuali infiltrazioni idriche che superano il nucleo e vengono intercettate dallo strato di terreno drenante posto a ridosso del nucleo stesso. È interessante osservare che, per effetto dell’inclinazione del nucleo, il cunicolo viene a trovarsi all’incirca in corrispondenza del coronamento.
Lo scarico di superficie è un calice del diametro massimo di 13 m; alla base c’è una galleria del diametro di 2,8 m che supera la diga sul lato destro. Lo scarico di fondo si immette nella stessa galleria dello scarico di superficie; prima dell’immissione vi sono due paratoie parallele normalmente chiuse.
Le acque vengono captate mediante torre di presa adiacente allo scarico di superficiale dell’invaso, e derivate al di sotto della platea della galleria di scarico.
Il progetto della diga è stato presentato nel 1971 e i lavori di costruzione sono stati effettuati dal 1974 al 1982. Dopo l’inizio degli invasi sperimentali nel 1982, la diga è entrata in esercizio normale dal 1991.